IX FESTIVAL PALABRA EN EL MUNDO 11-24 maggio 2015

Referente Nazionale GIOVANNA MULAS

I’ vo gridando : Pace, pace, pace!

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(Francesco Petrarca XIV Secolo
IL CANZONIERE)

EDITORIALE……. IN VERSI!

di Anna Manna Clementi

E’ un Blog per la poesia vi parlerò in… poesia!

L’Umanità sfiora il naufragio : soltanto il dialogo e la comprensione possono portare la PACE E LA SALVEZZA!

Siamo tutti naufraghi nelle maree amare della storia, forse usando le stesse sillabe in modo diverso è possibile

trovare la soluzione. Aprire un varco nelle maree amare e camminare tra mare e amare, tra il pericolo e l’amore,

tra l’incomprensione e la volontà e la forza di superare il varco , i varchi difficili dell’esistenza e dell’incomprensione.

Nel Festival PALABRA EN EL MUNDO cerchiamo la parola che ci unisce, che sia capace di raccontare il dolore e la speranza.

...e cominciammo a lanciare parole

per raccontarci il dolore…..

 

NAUFRAGHI

Orfani di radici                                                                                                              marissimo
subimmo la scelta luttuosa dei padri
e sfociammo in un naufragio senza colpa.

Aggrappati alla violenza del dolore
con la mente in anestesia
fummo catapultati nello spazio vuoto
dell’angoscia
e partimmo per forza d’inerzia
senz’altra zavorra che un passato di lutti.

E fu giorno e fu notte
e furono anni di zattere improvvisate alla meglio.

Sfiniti dai giorni ci annientavamo in sonni
pieni di domande

Tentammo ogni onda
senz’altro progetto che la sopravvivenza
e fu pace ogni canto
vero o falso

cullati soltanto da lusinghe
svegliati da ogni temporale
finché l’ansia e la paura
varcarono ogni itinerario
e restammo sospesi nel vuoto di ieri
e ci sembrò conquista

Naufraghi                                                                                             marissimo
avvistammo terre sconosciute
Scilla e Cariddi
Caino e Abele
cercavamo comunque la vita

Solidali ci attaccavamo con funi d’ironia
evitando il tarlo dei ricordi
e superammo lo strazio della nostalgia
e le certezze le rubavamo agli occhi dei bambini

sminuzzavamo le voci fino al bisbiglio
per difenderci dall’urlo dell’angoscia
e gonfiavamo a vela le briciole dei sogni
ma non bastavano per andare avanti
e allora ne facemmo reti perché il naufragio
non andasse avanti

Naufraghi
crescevamo ad ogni tempesta
e il vento che ci sbatteva come stracci
finì per asciugare il pianto

Impastati dal sale dei rimpianti
ci indurimmo fino al ghiaccio
e nell’acqua riuscivamo a galleggiare

La deriva diventò ricerca
e l’ansia si fece avventura

Avvistammo altre terre sconosciute
tagliando il nodo di Gordio                                              marissimo
con le unghie dei morti
e cercammo la terra promessa
nelle grotte sull’acqua

Mischiati in una processione di derelitti
nei loro occhi scoprimmo la vita
e cominciammo a lanciare parole
per raccontarci il dolore,
dardi che al sole
prendevano a scintillare come stelle
e lasciammo nel mare una scia luminosa
e tracciammo la rotta
senz’altra bussola
che il loro scintillante galleggiare
e scoprimmo tramonti fiorati
e albe di occhi riaccesi
e soli e lune e giorni
d’una insperata resurrezione.

Anna Manna Clementi

da “Maree amare/mare e amare” Roma, Pagine editore, 2007

Anna Manna …………………quando la parola è preghiera……………….

Ave Maria dei Naufraghi
di Anna Manna Clementi

L’arsura cocente della speranza
trascina fino a Te la mia preghiera
Ave Maria, Madre del mare
prendi tu la mia catena
cambiala in vela
fammi navigare
fino a sfiorare i cieli
Stammi vicina col Tuo cuore
azzera le distanze degli oceani
e spacca i muri che ci allontanano
Tu che fosti casa e culla di Dio
Sacro passaggio dal divino alla carne
fammi nascere adesso all’amore del mondo
Ave Maria, Madre degli oceani
racchiudi in ogni piccola carezza
la potenza delle maree
resta a vegliare questa nuova vita
che ogni giorno cerco
arrancando nel buio
Tu che sei intarsio divino
su roccia intiepidita dal dolore
diventa casa di tutti in mezzo al mare
Accogli i disperati sul tuo scoglio
Ululano le tempeste
scardinano gli equilibri dell’anima
l’angoscia avanza tra i flutti
che offuscano il domani
Ave Maria
Madre e Regina del mare
primo sguardo avvinghiato
ai sussurri dell’acqua
salvaci
siamo dispersi tra le onde
Legaci con l’amore gli uni agli altri
Placa le bufere infernali
placa le differenze
dentro i cuori
mostraci il Tuo sorriso santo
fino alla tenerezza
…fino al perdono
Rendici il dono
della comprensione!

 .………..Quando la parola è ricordo………

FIORENZA ALDERIGHI

L’ANGELO

 

Eravamo appena tornate

la mia sorellina ed io

dalla Chiesa di Sant’Agostino

mano nella mano.

Sul tavolo quadrato di graniglia

il pollo arrosto ed il servito buono

e mia madre seduta

gioca con Roberto, il fratellino.

 

All’improvviso gli schianti

lo spostamento d’aria

mi getta contro il muro.

In preda al terrore

fuggo sulle scale

per cercare mio padre.

 

A sinistra una nube nera

alta fino al cielo

avanza verso di me

piccolina di dieci anni

tremante di paura.

 

A destra in terra mio padre

l’unico dio vivente

ad intervalli regolari

con voce sommessa

ed occhi colmi

di una felicità mai vista

diceva”Credevo di non vederti più

bambina mia..”

 

L’Angelo della Pace

con le sue grandi ali

era sceso su di noi.                                                                                                                                          fiorenza

 

Fiorenza Alderighi è la vincitrice per la Poesia edita al Premio Le rosse pergamene 2015.

La poesia L’Angelo è inedita, scritta per il Blog sulla Pace.

L’Alderighi è autrice del libro “I bambini non vogliono la guerra”

 

 

premio

Con la pubblicazione in rete di questo Blog interamente dedicato al tema della Pace

il Premio Le rosse pergamene (Premio di Poesia d’amore e solidarietà) partecipa

al IX FESTIVAL INTERNAZIONALE DI POESIA LA PAROLA NEL MONDO

REFERENTE NAZIONALE GIOVANNA MULAS

(Venezia, 11-24 maggio) . Il BLOG è in rete dal 18 maggio.

rossepergnecessarie

Per sapere chi siamo :

Quando si entra in una nuova casa è necessario presentarsi!

Così voglio presentarvi brevemente il Premio Le rosse pergamene tramite l’articolo che è stato pubblicato su http://www.associazioneitalianadellibro.it in occasione della edizione di febbraio 2015

IL PREMIO LE ROSSE PERGAMENE DAL 2001
E’ UN’AVANGUARDIA POETICA !!

Febbraio sta passando e con lui i carrozzoni del carnevale volano via nel baule dei ricordi.
Insieme volano le parole d’amore, le feste, le cene dedicate a San Valentino. Forse mai come quest’anno San Valentino è stato festeggiato con tanto slancio. Sarà per esorcizzare la violenza che ha invaso i raporti uomo-donna, forse per aggrapparsi ad un sogno mentre intorno tutti i sogni si sbriciolano, forse per rilanciare un dialogo fondato sull’amore, contro i dialoghi di potere e di menzogna che invadono la società moderna. Dunque in molti hanno parlato d’amore. Del resto da qualche anno la poesia ha riscoperto i sentimenti amorosi, anche Maria Luisa Spaziani qualche anno prima di morire ha scritto versi d’amore.

Ma negli anni 80 nessuno scriveva più versi d’amore, era quasi una vergogna scrivere d’amore, per lunghi anni come la bella addormentata nel bosco la Poesia d’amore ha dormito sonni profondi.Ora non è che voglio paragonare al bacio del principe il mio gruppo di poeti che ad un certo punto ha risvegliato e rispolverato la poesia d’amore, ma, a voler mantenere il parallelo con una certa ironia , noi siamo stati proprio il bacio del principe! Quando nessuno faceva più Poesia d’amore, quando era considerato ridicolo parlare d’amore, nei primi anni del 2000 insieme ad un gruppetto di poeti abbiamo cominciato a parlare d’amore in versi : eravamo al Caffé Strega a via Veneto!
Gabriella Quattrini ebbe un successo incredibile leggendo le mie poesie d’amore.
Da allora non abbiamo più smesso! Ma siamo stati i primi ad osare di nuovo il VERSO AMOROSO!
Miranda Clementoni, Daniela Fabrizi, io e tanti altri abbiamo riscoperto il cuore ! Magari anche in toni più accesi, a volte un dannunzianesimo esaltato, ma quando bisogna aprire una porta arruginita ci vuole forza, vigore , un tornado di parole per far aprire la porta chiusa!
Così a poco a poco abbiamo trovato compagni di viaggio, a volte notissimi e prestigiosi , a volte meno noti e accademici, a volte semplici poeti della provincia ancora titubanti, ma la voce amorosa alla fine veniva fuori possente ed ormai ineliminabile.
Appoggiati dal grande poeta Elio Fiore, che fece la prefazione al mio libro “Le rosse pergamene”poesie d’amore, trovammo anche in altre città italiane lo stesso impeto. Fiorenza Alderighi a Firenze, tanti poeti dela Provincia di Roma, fino ai poeti di Vera Ambra negli ultimi incontri romani del viaggio attraverso le vie dell’Arte.
Dove il Prof. Gilberto Mazzoleni, in una delle sue ultime apparizioni in pubblico, annunciò con vigore la costituzione di un gruppo di poeti per la stesura del manifesto dei Neoromantici .Il Premio Le rosse pergamane ha festeggiato il decennale,ha incontrato i più importanti poeti italiani, ormai è un appuntamento stabile al Sindacato Libero Scrittori.
Ma come è nato il Premio?
Mi piace riportare una lontana intervista pubblicata su Il Giornale dei Poeti :
Mario Lunetta le aveva detto:
“Nelle tue poesie c’è troppo cuore!”
Come è nato “Le rosse pergamene“? Anna proprio non lo sa. Prima la sua era una poesia tutta rivolta al presente, al sociale. Tanto è vero che il libro “Fragole e latte”, Premio Saitta 1997, fu presentato nel Salone di rappresentanza del Tempo da giornalisti e poeti. Perchè in quegli anni ad Anna Manna interessava scovare il nesso tra la cronaca e la poesia .Senza rendersene conto stava cercando la poesia nella vita di tutti i giorni. Mario Lunetta però, che ha fiuto da vendere, leggendo le sue poesie aveva detto :“C’è troppo cuore, devi diventare più cruda, più essenziale” Ma Anna non aveva voglia di dargli retta. Forse semplicemente stava cercando la miccia che accendesse la penna del poeta. E miccia fu! Senza sapere né come né quando,un po’ per gioco un po’ per nostalgia si mise a scovare tra le sue carte e ritrovò quelle pochissime poesia d’amore che aveva scritto in gioventù. La verità è che la poesia d’amore la portava dentro. Aspettava soltanto un pretesto per uscire allo scoperto. E così poetessa moderna ed engagè si ritrovò vestita di panni dannunziani ed esplosero perle infuocate su spalle inondate di trine e casta sensualità invase le sue pagine .Perchè di strano in quegli anni è avvenuto questo: Anna ha cominciato a scrivere d’amore per gioco e con ironia, tanto che il critico Nino Piccione la sgridò invitandola a trattare con uguale serietà ed impegno l’argomento amoroso, come aveva fatto per altri argomenti precedentemente tanto da vincere l’importante Premio Teramo. Narratrice crudele e densa, drammatica ed essenziale si sorprese in una stagione di melodiose sinfonie d’amore, di allodole incantate e, intravista nel suo cuore Giulietta, si dimenticò di tutto e si dedicò soltanto a lei.
“Giocando con D’Annunzio
l’amore mi ha preso la mano”
Le sue pergamene della vita erano diventate scarlatte e giocando sorniona tra i versi, partecipò al Premio Pagine con “Perle infuocate e Casti amanti.” Vinse e pubblicò il libro “Le rosse pergamene”. Era cominciato un percorso che oggi è un premio letterario di successo: quarta edizione con partecipanti e vincitori prestigiosi. Tanto che oggi Anna afferma: “In fondo debbo tutto a Mario Lunetta, fu lui a farmi capire che dovevo scegliere .Così invece di togliere il cuore dai versi, tolsi tutto il resto. E il cuore cominciò finalmente a parlare. Noi, figli del sessantotto, avevamo perso qualcosa per strada, avevamo perso i sentimenti e la voglia di parlare dei sentimenti. Ho avuto bisogno di recuperare una stagione che la mia generazione ha vissuto in modo spavaldo, quasi come un’ideologia, deridendo il romanticismo. Quando proprio non ci pensavo, i battiti del cuore hanno invaso la penna ed hanno arrossato le sudate carte. Così, forse giocando con D’Annunzio, l’amore mi ha preso la mano”.”
Così a caldo il racconto che feci al Giornale dei Poeti. Ed è significativo che molti aderirono già allora a questo movimento.

 

IL PREMIO LE ROSSE PERGAMENE 2015 è dedicato al ricordo di MAURO MILESI. Si svolgerà il 26 febbraio presso la prestigiosa Sede del Sindacato libero Scrittori in Corso Vittorio Emanuele n.217 alle ore 16,30.

Nato a Pontedera ma ostiense di adozione, Mauro Milesi vinse nel 1992 il Premio Critica Svizzera con il libro di poesia in lingua: In attesa di….
Ha dedicato la sua vita ad una vivace attività culturale a Roma e sul litorale di Ostia dove è stato famoso sia per il Premio letterario organizzato presso Peppino a Mare con una prestigiosa giuria , sia per l’organizzazione delle Peppiniadi , giochi riservati ai giovani. Infatti era molto interessato, professore di professione, all’educazione giovanile : dal punto di vista culturale e dal punto di vista sportivo.
Ad un certo punto della sua vita c’è stata una svolta culturale ed esistenziale : da organizzatore di cultura si è dedicato alla scrittura con fervore , tralasciando tutto il resto ed in pochi anni ha scritto moltissimo.
Ha iniziato a scrivere Er Novecento (729sonetti) ha pubblicato Ostia ne li Millenni (297 sonetti), Storia de’ Papi (1.370 sonetti) e Storia di Roma da Romolo a Romolo Augustolo (748 sonetti). Molto vicino a Mario Verdone con lui ha molto commentato il suo lavoro di poeta e dalla loro amicizia di cui andava fiero, sono scaturiti incontri culturali che a Roma hanno fatto storia! Anche l’amicizia con il poeta Elio Fiore, al quale è rimasto vicino sino alla morte, ha segnato il suo percorso culturale. Mario Verdone così scriveva di Mauro Milesi : “Così Milesi entra di prepotenza nella tradizione del poema romanesco che appartiene a Berneri, a Rossetti, a Pascarella e , facendo doppia riverenza, a G. G. Belli e Trilussa.”
Secondo Mario Luzi “…quella del sonetto romanesco è un’arte particolare e il Milesi la pratica con bella sicurezza, rendendo libero e armonioso lo spirito tradizionale del verso vernacolo…”. Le critiche estremamente positive di grandi personalità del mondo culturale nazionale lo spronarono a tentare anche la strada della poesia in italiano . Diceva di lui G. Carpaneto: “Milesi ha dato prova di dominare nozioni storiche e figure di protagonisti dimostrando severità di studi e dominio nel rendere gli argomenti in versi romaneschi. In questo lungo poema stilato in centinaia di sonetti emergono le caratteristiche peculiari dei singoli papi, visti talvolta con malinconia, talora con celata acredine o con ironia che scaturisce dal suo modo di sentire e vivere e dalla sua umanità più propensa a compatire che a condannare. (…) Nel suo linguaggio dialettale dalle forti tinte arcaicizzanti e con qualche concessione lessicale, Mauro Milesi si esprime da buon popolano, pur se la semplicità del dettato è sottesa da notevoli ricerche storiche.” Dunque l’accettazione della critica delle sue poesie in romanesco fu unanime ma Mauro sentiva urgere anche altre esigenze espressive.
Dopo la Storia de’ Papi e l’inserimento di una sua poesia in italiano nell’Antologia dedicata a Giovanni Paolo II presentata all’Auditorium in Vaticano, fu chiamato da tutti gli amici il poeta dei Papi.
Ma una nuova strada si apriva per lui : il romanzo all’inizio intitolato con il nome del protagonista poi intitolato “La Madre”. Attaccatissimo ai valori della famiglia, assorbito dal suo ruolo di padre, nel romanzo ripropone i suoi ideali di vita . Al romanzo dedicò tutte le sue migliori virtù, lo curò fino alla pubblicazione ed alle presentazioni prestigiose come quella presso Palazzo Valentini e presso il Campidoglio. Proprio in Campidoglio dove tanti anni prima aveva organizzato insieme all’Assessore alla cultura della Provincia di Roma Anna Clementi Rosi una splendida Manifestazione culturale. La sua vita professionale si biforcò dunque in due strade che portarono entrambe riconoscimenti e premi. Nel cuore era forte il ricordo degli amici e delle manifestazioni organizzate con slancio ed amore. Ma negli ultimi anni della vita soprattutto la sua sua vena di scrittore l’aveva catturato in un stratto rapporto di dipendenza che faceva dire agli amici :” Mauro è occupato e scrivere! Lo rivedremo quando avrà finito il libro!”

Nel PREMIO LE ROSSE PERGAMENE 2015 L’ OMAGGIO ALLA CARRIERA sarà assegnato allo scrittore NINO PICCIONE

Professore e giornalista, Nino Piccione è autore di numerosi libri premiati dalla critica e di saggi socio-politici. Già redattore Rai, è direttore della rivista Scrittori italiani”. Tra la sua vasta produzione narrativa si ricordano Vocazione uomo, Memorie d’amore, Ianua, Il nido della cometa e Quasi un diario.
La lotta tra il bene e il male, il senso di colpa, il desiderio di riscatto e di espiazione, la paura e il mistero della morte e dell’aldilà, il destino, Dio, il nulla, la predestinazione, la dannazione, la salvezza, l’autodistruzione, la legge umana e la legge divina, la condanna suprema, l’amore-sacrificio e l’amore-dolore. Questi i principali temi dello scrittore nel libro “Il sogno e la colpa”.
Nell’ultimo libro L’ODORE DELLA TONACA presentato con successo in molte città italiane, la sua analisi sociologica che risente delle sue esperienze giornalistiche, diventa ricerca della verità dell’anima, uno scandaglio penetrante nelle intenzioni, nelle movenze dell’animo di un uomo che è un Prete. Il connubio tra le due anime di Nino Piccione – giornalsita e scrittore – è in perfetto equilibrio. In questo cimentarsi con la realtà fino in fondo , con l’umanità fino alle estreme conseguenze, Nino non perde però il candore di poeta. In questo sguardo dolentissimo e civilissimo sul mondo, il prete diventa quasi un novello Virgilio che accompagna il lettore alla luce della tonaca –torcia. Lo accompagna nella Umana commedia , in quel rigurgito continuo di bene e di male, in quell’alternanza disperata di luce di buoi, in quell’anelito vibrante verso il divino.
Il mosaico sociologico che il giornalista ha costruito con grande perizia in tutte le sue opere diventa poesia pura in un’alternarsi tra relatà e vibrazione dell’animo che lo rende protagonista assoluto di una auspicabile ed ormai irrinunciabile EDUCAZIONE SENTIMENTALE.

Primo Premio assoluto per il libro edito FIORENZA ALDERIGHI per il libro “Tu non sai come è bello vederti” edita da Bastogi con prefazione di Lia Bronzi.

Fiorenza Alderighi, premiata in Campidoglio (Roma Gennaio 2003) come Operatrice di Pace, socia honoris causa dell’Ateneo Poetiche Europeo, ha tradotto (prima traduzione di una donna) il Cantico dei Cantici (1999) premiato al CNR (Roma, marzo 2000). Ha dato alle stampe raccolta di versi e di prosa: Malia (1993), Sulle nuvole (1994), I bambini non vogliono la guerra (1997), L’esercito delle margherite (1998), Di una esiliata in città (1999), Umane follie (2002), Terra Ciao (2003), Gli occhi della notte (2007), Le senza Storia (2012), Tu non sai com’è bello vederti (2013), La guerra degli uomini (2014). E’ in stampa un volume di poesie, titolo Nel clamore delle rose.

Luisa Bussi vince invece per il libro edito narrativa con “ Vuoto di scena.” Nemapress editore.

Professore associato di Storia del diritto italiano nella Università di Sassari, vi insegna anche, per affidamento, Storia delle codificazioni moderne e Diritto comune.
Ha insegnato nell’Istituto Superiore di Studi Europei Alcide De Gasperi di Roma, tenedo diversi corsi su “Il modello europeo di Stato moderno” nell’ambito del Master in Studi europei.

Comunicato stampa del Premio Le rosse pergamene diramato nel web e sulla stampa.

Per conoscere meglio il Premio : http://www.annamannaopere.it

e http://www.annamanna.it

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