A volte la poesia e la musica s’incontrano e si condensano in immagini che raccontano, denunciano, evidenziano
meglio delle parole. O meglio….. quelle parole esaltano.
E ancora… quelle parole abbracciano in una sintesi che esalta il pensiero…….
…la musica accompagna come un novello Virgilio nella discesa agli inferi o nel volo nei cieli……..
GERUSALEMME Patrick Edera
corse a perdifiato
cespugli di bandiere
innalzate fino allo spasimo.
Nessuno vuole più innesti
con l’ombra che uccide
e il ragazzo
lascia la pietra
intasca la mano.
Pace così distillata
su una breccia improvvisa del cuore
anche incrostata di sangue
confusa sbandata
prosciuga la febbre di piazza
e tu sola
nuda
al centro resisti.
Omaggio alla carriera a Jole Chessa Olivares 2010
Voce di Patrick Edera
JOLE CHESSA OLIVARES versi
PATRICK EDERA musica
La performance poetico-musicale di Jole Chessa Olivares e Patrick Edera apre la Manifestazione del 28 maggio al Teatro in Trastevere Casa della Cutura “CONTROSONATA A KREUTZER”.
A conclusione della Manifestazione si svolgerà la GHIRLANDA PER LA PACE con la presentazione dal vivo delle poesie inserite in questo Blog.
Recitano Maria Concetta Liotta e Luca Milesi.
Presenti le poetesse che hanno aderito al Blog.
Il Logo della Manifestazione e della Ghirlanda per la Pace
è di FAUSTA GENZIANA LE PIANE.
(Collage – Elaborazioni grafiche )
Fausta Genziana Le Piane (premio Le rosse pergamene 2005 per la poesia inedita)
SULLA SABBIA DI UNA PRIGIONE
Gaza 2014
Sulla sabbia
di una prigione
a cielo aperto
mai
castello di sabbia
fu più effimero,
più labile.
Preda delle onde
e dei colpi di cannone
il cortile
spazzò via
i piccoli soldati che
a giocare a pallone
ridevano
correvano.
Il castello si sbriciolò
affondò
scricchiolò
all’improvviso
lasciando sul bagnasciuga
i corpi mutilati
bruciati
dei giovani campioni.
Avvolti nella maglia
non più quella
preferita
della squadra
ma quella del sangue inarrestabile.
QUANDO LA PAROLA E’ VELOCE E SINTETICA COME L’IMMAGINE …….
La voce della natura chiede il rispetto di tutte le sue creature :
l’infinitamente piccolo, l’infinitamante grande.
L’uomo racchiude il mondo nella sua carne, nel suo pulsare nel mondo.
La poesia diventa colore, odore, senso, insetto…natura e parla la voce sincera della verità e del suo contrario, della bellezza e delle storture dell’umano esistere.
In questa discesa agli inferi, in questa ascesa ai cieli, la quiete, la pace sono la via necessaria per espimersi, per sopravvivere nelle identità che abbiamo ricevuto, che abbiamo scelto, che abbiamo sofferto.
La Pace è il rispetto per tutti, la strada dove tutti possono ritrovare la propria storia,
il senso dell’esistenza , il riscatto.
FRANCESCA FARINA
L’albero
“Io sono l’albero e la foglia,
sono il frutto, il miele e l’ape
e la nuvola e il vento e l’alto cielo,
sono il gatto, la martora ed il muschio,
sono il coltello, il taglio e la ferita,
sono la squadra, il cerchio ed il tamburo,
il suono, il cadavere e la danza,
il rigoglio, il verme, oscura terra,
zolla, scorpione, indice, lanterna,
guaio, detrito, scarto ed illusione,
mente, memoria, e te, mano che scrivi.
Sono la goccia, io, e sono il lago,
acqua perenne e pozza insanguinata,
sono mannaia e chi mi ha sferrata,
sono mortaio e seme che ho pestato,
io sono il pianto e chi mi ha consolato,
sono radice, fiore, sputo, fiele
e sono cedro, puro arco, piede,
sono puttana e chi mi ha generato
e sono uno rimasto senza fiato,
sono quel fiato a lui presto fuggito,
sono il cucciolo che si è assopito,
la biada, il forno, il pane che ho sfornato,
io sono l’ultimo, ramingo, smorto nato,
il derelitto e il diseredato,
il letto, il fianco, il sesso avvelenato
ed il piacere, il cuore, lo starnuto,
sono violino, sono alto liuto,
il cameriere e il vino che ha versato,
il commensale e il vino che ha libato,
il panettiere e il filone che ha bruciato,
la legna, il fuoco, l’arbusto incendiato,
il dio, il lampo, il tuono risuonato,
il fulmine di Giove, il fulminato”
Una poesia di Carlo Betocchi che mi ha sempre emozionata per la potenza evocativa delle immagini poetiche :
ROVINE
Non è vero che hanno distrutto
le case, non è vero:
solo è vero in quel muro diruto
l’avanzarsi del cielo
a piene mani, a pieno petto,
dove ignoti sognarono,
o vivendo sognare credettero,
quelli che son spariti….
Ora spetta all’ombra spezzata
il gioco d’altri tempi,
sopra i muri, nell’alba assolata,
imitarne gli incerti…
e nel vuoto, alla rondine che passa.
da :Vittoriano Esposito”L’altro novecento” Foggia, Bastogi, 1997
E non è forse la Poesia che passa come rondine sulle rovine del mondo ?
A volte ci aiuta a rialzarci, a ritrovare la forza dopo le tragedie.
ANTONIO BRUNI
Primo premio nel 2009
nell’edizione dedicata alle biblioteche
Abitazioni bombardate
E’ scheletro casa alveare
non ronzano voci tranquille
non panni in bruciate finestre
non offrono odor di cucina
e il vento si impregna di morte
lo stesso che a stento respiro
nel corpo uguale rovina
ma voglio sperare rialzarmi
tornare alla vita e aiutare
QUANDO L’IMMAGINE E’ UNA BANDIERA
LORENA PADOVANI
La bandiera “della coscienza”
Sotto questo cielo
sfilano ambizioni
che barattano poteri.
Labile speranza
rassegnata in una stanza
dove germoglia la distanza.
Lotte di potere invocano pretese
bramose di possesso,
calpestano dignità
rendendo muta
anche l’aria
che singhiozza
consapevole
in questo mondo
di sprechi,
in questo gioco di ruoli
dove vince chi bleffa,
si accorgeranno
che è solo una beffa.
Venduti a un altro Dio
che esilia la coscienza
che inganna la pazienza,
per un traguardo che
smorza i colori,
che cambia i sapori.
Prima del tramonto
di quel sogno che non ha memoria,
affida il tuo talento
contrasta il vento
esprimendo anche “un no”,
io “non ci stò”.
Aggrappati a me,
alziamo lo sguardo
a queste stelle che brillano,
catturiamo l’aria che si muove
questa vita ancora commuove,
mendichiamo permesso,
coglieremo un compromesso
che avrà una sola bandiera
colorata di coscienza,
siamo ancora in tempo
per planare su questo cielo
togliendo intorno”il nero”
Anna Manna Clementi
La pace sull’erba La poesia è stata recitata da
LUCA MILESI
La lite furibonda
il coltello
il sangue…
poi dall’erba salì l’oscurità
anche nel cuore
tacemmo per lungo tempo
senza rumori
e tirava la pelle sulle ferite
quando fu il buio totale
mi sentii disperato
e pensai d’averlo ucciso!
Il nucleo primordiale d’amicizia col mondo
mi sorprese
nel buio
in quello sguardo che mi riconduceva all’innocenza
E’ vivo!
senza pensare, senza pesare
i gesti
sentii soltanto fremere le sue dita
tra le mie
una stretta di mano
ancora sofferente
Raccogliemmo i pochi stracci
inumiditi dal pianto
sporchi delle lotte
di due popoli diversi
e piano piano cominciammo
a stringere nodi
quasi a cucire un peplo
per avvolgerci insieme
e sentire meno freddo
Al mattino
la pioggia aveva lavato la sporcizia
ci accorgemmo che la coperta
somigliava ad una bandiera
senza stemmi
Felici come gatti
rotolandoci sull’erba
scoprimmo la pace
Quella stramba bandiera
sventolava anche sul sangue
che aveva macchiato
quel prato
ci sembrava di avere dieci anni
o forse venti
o forse cento
o forse mille……………..
avevamo voglia di nuovo
di giocare
a rincorrere le formiche
sopra il prato.